La saga dei Volsunghi

Titolo: La saga dei Volsunghi
A cura di Serena Fiandro
Illustrazioni di Marzia Varrone
Editore: I Doni Delle Muse
ISBN: 978-88-99167-30-3
Pagine: 142
Prezzo: 11 euro

DALLA QUARTA DI COPERTINA
Un uomo con il mantello lacero e un aspetto venerabile, il cui unico occhio è celato sotto un cappuccio, entra nella sala di re Volsung. Tra le mani reca una spada degna di un eroe, offrendola in dono a chi la estrarrà dal tronco del melo che si trova al centro della stanza, a modello dell’Albero del Mondo. Sarà Sigurd a possedere la medesima spada, spezzata e riforgiata, colui che solo potrà uccidere il mostruoso serpente Fafnir e superare la cortina di fiamme che circonda il palazzo di Brynhild, fanciulla guerriera, conducendo così la stirpe dei Volsunghi al suo destino di sangue. Maledizioni, faide, coraggio estremo e pericolose forme di magia sono gli elementi che caratterizzano uno dei testi più belli della letteratura scandinava, in ricordo di un passato perduto e ormai trasfigurato in mito.

DAL TESTO
Quando quella sera gli uomini erano ormai seduti intorno al fuoco, entrò nella sala un uomo che nessuno aveva mai visto. Indossava un mantello macchiato, aveva i piedi scalzi e teneva legate alle gambe brache di lino. Portava una spada tra le mani e si diresse verso l’albero Barnstock. Teneva un cappuccio calato sulla fronte ed era grigio, venerabile. Soltanto un occhio gli era rimasto. Estrasse la spada, la conficcò nel tronco e questa affondò fino all’elsa. I presenti restarono ammutoliti e nessuno poté pronunciare una sola parola di benvenuto.
Il vecchio iniziò a parlare e questo disse: «Farò dono della spada a chi sarà in grado di estrarla dal tronco. Comprenderà che mai ha impugnato una spada migliore di questa».
Dopo avere pronunciato queste parole, uscì dalla sala e nessuno fu in grado di sapere chi fosse o dove stesse andando. I presenti vollero provare a estrarre la spada e nessuno voleva restare per ultimo; fu stabilito che i primi dovessero essere i più nobili e così via a seconda dell’importanza di ognuno. Poi Sigmund, figlio di re Volsung, si fece avanti, afferrò la spada e la estrasse dal tronco del melo senza alcuna difficoltà.
La spada sembrò a tutti un’arma eccellente e nessuno ne aveva mai visto prima una migliore.
Siggeir propose a Sigmund di acquistarla pagandone tre volte il peso in oro, ma il giovane rispose: «Avresti potuto ottenere la spada con la stessa facilità con cui io l’ho estratta dall’albero, ma, dal momento che questa impresa è stata compiuta dalla mia mano, non l’avrai neppure in cambio di tutto l’oro che possiedi».
Re Siggeir sentì la rabbia crescere dentro di sé nell’udire queste parole, ritenendo che Sigmund gli avesse dato una risposta insolente. Tuttavia era abile nell’arte della simulazione, così si comportò come se non gli importasse, ma quella sera stessa iniziò a meditare di fargliela pagare e ottenere così la propria vendetta.