1886. Quando le Lunatermiti invasero la Terra

Titolo: 1886. Quando le Lunatermiti invasero la Terra
Autore: Marco Bertoli
Editore: I Doni Delle Muse
ISBN: 978-88-99167-27-1
Pagine: 154
Prezzo: 11 euro

Dalla quarta di copertina
1883. Grazie alle scoperte di un geniale inventore, la prima nave spaziale, dotata di motore etereo, sbarca sulla Luna.
1886. Nello scenario apocalittico di un’Italia invasa da nemici alieni, la figlia dell’inventore viaggia alla ricerca del padre disperso, accompagnata da un giovane tamburino dell’esercito e da un cane meccanico.
Un romanzo denso di avventura che parla di tradimenti, di coraggio e di un’amicizia così forte da ergersi contro la minaccia che sta devastando la Terra, in una storia alternativa in cui la posta in gioco è la sopravvivenza del genere umano.

Dal romanzo
La puzza dell’Arno in secca entrava dalla finestra spalancata su via Santa Maria. Insieme all’odore acre che disgustava i nasi e irritava le gole dei pisani, anche l’afa della sera di agosto si era impossessata della stanza appollaiata al secondo piano di un edificio le cui origini risalivano ai tempi della repubblica marinara.
Incurante del caldo appiccicoso che gli inumidiva il colletto della camicia, un uomo in elegante vestito a doppiopetto, con tanto di cravattino, sedeva impettito sopra una sedia dall’alto schienale di cuoio posta dietro una grande scrivania di rovere massiccio. Occhi castani dai riflessi intelligenti scorrevano veloci le righe della lettera appoggiata sull’unico spazio libero del ripiano invaso da rotoli di carta blu. Su di essi erano disegnati progetti e strani congegni meccanici le cui dimensioni andavano da quelle di un orologio alla macchina fotografica.

E così, mio caro Antonio, grazie ai tuoi più che preziosi suggerimenti su come tarare la corrente che scorre all’interno delle spire di rame dell’anello magnetodinamico di controllo, i miei studi sulla modulazione delle oscillazioni del flusso dell’etere luminifico hanno fatto un enorme passo in avanti. È mia ferma convinzione che in breve tempo dalla teoria, da tanti nostri colleghi scienziati ritenuta la fantasia di un pazzo e ridicolizzata, potrò passare alla realizzazione di un prototipo del motore etereo.

Giunto alla fine dello scritto, l’uomo sollevò lo sguardo compiaciuto, dirigendolo verso la bambina intenta a giocare con alcune costruzioni di legno sul tappeto che ricopriva una porzione di pavimento. Un sorriso triste gli illuminò il volto nell’udire la figlia borbottare qualcosa in una lingua di cui molte parole gli risultavano incomprensibili.
Spinto da un impulso improvviso, si alzò e la raggiunse, sollevandola in aria sopra la testa. Un acuto strillo di finta paura e sincera gioia uscì dalla bocca della bimba che poi gridò: «Io vola! Io vola!».
Ruotando su se stesso come in una danza, l’uomo si avvicinò al davanzale della finestra. Stringendo in un abbraccio la figlia così simile alla madre, morta tre anni prima nel darla alla luce, esclamò: «Guarda le stelle, piccolina: un giorno non tanto lontano tu potrai volare tra loro!».