Titolo: La caduta di Northin
Autore: Serena Fiandro
Editore: I Doni Delle Muse
ISBN: 978-88-99167-06-6
Pagine: 238
Prezzo: 12 euro
DAL PROLOGO
Era rimasto soltanto il silenzio. Un silenzio fatto di acqua scrosciante e foglie mosse dal vento. Neppure un insetto danzava nell’aria tersa e gelida. Lo stormo di uccelli si era allontanato verso sud e gli animali erano fuggiti nel Bosco Vecchio. Anche gli spiriti se ne erano andati. Chi fosse stato ancora in grado di leggere nella memoria della terra, avrebbe saputo che lì si era consumata una battaglia. Non era stato versato sangue e non erano state usate armi. E non vi erano stati vincitori.
I Cantori entrarono nel luogo più sacro della terra, circondato da una corona di alberi in mezzo ai quali sorgeva la più grande quercia del mondo, così alta che gli ultimi rami sfioravano le nubi e le radici scendevano fino all’ultimo dei mondi. I Dodici si guardavano intorno con sospetto, proteggendo gli uni le spalle degli altri.
Una risata leggera spezzò il silenzio e tutti si sentirono gelare le ossa. Eppure il suono era lieve come il frusciare delle fronde.
«Accetto».
Era l’alba e presto la luce avrebbe illuminato l’albero sacro. Il respiro di un vento leggero faceva scendere le foglie colore della ruggine e dell’oro fino al suolo ricoperto di muschio.
«Accetto di essere la vostra guida. Verrò con voi nell’alta città di Northin e potrete ottenere da me quello che desiderate».
I Dodici guardarono la figura, evanescente nelle vesti che avevano la stessa consistenza dell’alba. Non era del tutto corporea né fatta della materia dei sogni. Sembrava una donna, ma il suo volto si confondeva con la corteccia dell’albero, con le foglie autunnali, con l’acqua e i primi raggi del sole. I suoi capelli scendevano sino al suolo ed erano di pietra e muschio.
«Non crediate che sarà facile. Vi dono il mio potere, vi dono la sapienza degli aranthyr, ma dovrete farne buon uso. Ognuno dei vostri peccati farà avvizzire il mio corpo e questa terra, ogni pensiero di dominio disseccherà le radici dell’albero sacro facendo morire i campi e i boschi. Solo la morbida oscurità potrà restituire la bellezza perduta in un mondo dove non ci sarà più spazio per i Cantori né per gli aranthyr».
DALLA QUARTA DI COPERTINA
Un tempo sorgeva un grande albero, da cui dipendeva il destino di tutto l’universo, e la musica era in grado di sollevare i veli che separavano i mondi. Gli aranthyr, spiriti della luna e del crepuscolo, regnavano e proteggevano l’arte dei Cantori.
Ma ora tutto è cambiato. L’albero è malato, senza possibilità di cura, e la realtà si fa ogni giorno più opaca e spenta. Il giovane Ayram, l’ultimo apprendista di Northin, dovrà partire per un viaggio in un regno tra il sogno e la veglia, accompagnato soltanto da una misteriosa creatura deforme. Inizierà una lotta contro una fine che appare inevitabile, in cui il ragazzo dovrà affrontare le sue ambizioni e le sue paure perché la storia si fermi e tutto possa ricominciare.
Una narrazione epica e crepuscolare, tra le ceneri della guerra e la ricerca di una bellezza perduta che forse potrà salvare l’umanità.