L’avvoltoio. Delitti all’alba della scrittura

L'avvoltoio

Titolo: L’avvoltoio. Delitti all’alba della scrittura
Autore: Marco Bertoli
Editore: I Doni Delle Muse
ISBN: 978-88-99167-02-8
Pagine: 278
Prezzo: 13 euro

DAL ROMANZO
Una ragazza sedeva leggermente in disparte. Lunghi e lisci capelli di un nero profondo incorniciavano un viso di una bellezza rara che, pur stravolta dall’angoscia, attirava l’attenzione delle guardie, insieme alle morbide curve di un corpo in cui il rigoglio della gioventù era al massimo dello splendore. Stringeva le ginocchia con le braccia snelle in un atteggiamento protettivo, cercando di nascondere il seno prosperoso, eppure l’irrequieto guizzare dei muscoli sotto la pelle indicava piuttosto uno stato di tensione che di paura. Nei suoi occhi scuri non vi erano più né lacrime di dolore per la morte del padre e dei fratelli né terrore per la violenza che la aspettava, solo ansia. Il suo sguardo dai riflessi metallici era concentrato verso lo sparuto gruppetto di uomini del villaggio sopravvissuti allo scontro.
Ammassati vicino a una catasta di compaesani uccisi, nudi, legati mani e piedi, questi aspettavano la fine: prima di cena sarebbero stati giustiziati, come punizione per aver osato resistere alle gloriose truppe di Bad-tibira e offerta a Ereshkigal, la dea degli Inferi, in suffragio dei morti tra le file dei vincitori. Anche tra loro vi era una varietà di atteggiamenti che, partendo dalle imprecazioni contro la dea Bau, passava per il pianto e lo sconforto per giungere infine alla stanca rassegnazione al proprio fato.
Gli occhi della prigioniera erano puntati su un ragazzo poco più vecchio di lei, sul cui corpo spiccavano alcune ferite di cui qualcuna ancora sanguinante. Giaceva immobile, la schiena appoggiata contro la casa dell’ha-za-nu-um, ma lo sguardo attento della ragazza poteva scorgere il lieve movimento delle braccia legate dietro il dorso. L’improvviso brillio di metallo, che rifletteva le fiamme di un fuoco vicino, tradiva il tentativo di liberarsi dalle corde.
Deve aver messo le mani su un coltello, pensò, mentre un’improvvisa speranza le faceva battere più forte il cuore e ansimare il petto. Il mio amore è come un leopardo: impossibile tenerlo in gabbia.

DALLA QUARTA DI COPERTINA
Un matrimonio controverso, una serie di fatti sanguinari, un testamento smarrito: eventi privi di connessione tra di loro che si susseguono senza lasciare respiro. Forse l’unica traccia è l’avvoltoio di cui parla un contadino in punto di morte. Un piano criminale, in apparenza privo di errori, che coinvolge la scrittura, di recente invenzione.
Un grande affresco di uno dei popoli più affascinanti dell’alba della nostra civiltà, i Sumeri, una narrazione incalzante e una spirale travolgente di enigmi che costringeranno il lettore a chiedersi di continuo quale possa essere la sconvolgente e inattesa verità.

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